di Silvano De Pietro
"Fair games – fair play" è il motto della campagna lanciata il 27 ottobre scorso dai sindacati sudafricani dell’edilizia, che vogliono ottenere condizioni di lavoro corrette nei numerosi cantieri aperti in vista del campionato mondiale di calcio del 2010. L’attribuzione al Sudafrica dei Mondiali di calcio, il secondo più importante evento sportivo del mondo dopo le Olimpiadi, ha messo in moto una gigantesca macchina economica per costruire o ristrutturare in modo prestigioso stadi, aeroporti, città ed autostrade. Tutto questo, però, pagando un manovale appena 2’200 rand al mese (circa 370 franchi), o anche meno, mentre un terzo della popolazione vive in povertà.
Martedì scorso, a Zurigo, una delegazione dei sindacati sudafricani ha consegnato un memorandum al presidente della Fifa (la federazione internazionale del calcio), Joseph Blatter, per esortare la Fifa a proseguire nel suo impegno affinché nei lavori di costruzione delle infrastrutture in vista dei Mondiali di calcio 2010 vengano applicate condizioni di lavoro oneste. La delegazione era guidata da Crecentia Mofokeng, coordinatrice per l’Africa della Internazionale dei lavoratori dell’edilizia e del legno (Bhi), e da Crosby Moni, vicepresidente del maggiore sindacato sudafricano dell’edilizia e delle miniere.
Gli ospiti erano accompagnati da Paul Rechsteiner, presidente dell’Unione sindacale svizzera, e da Vasco Pedrina, vicepresidente della Bhi e membro del Comitato del Soccorso operaio svizzero (Sos). La loro presenza era la prova che i sindacati svizzeri appoggiano la campagna "Fair games – fair play", la quale a sua volta è parte della campagna mondiale "Decent work for decent life". Anzi, la visita al quartier generale della Fifa è avvenuta proprio su invito dell’Sos. Nel corso dell’incontro, i sindacalisti hanno potuto esporre al presidente della Fifa i problemi con i quali sono confrontati in Sudafrica. Problemi che Crosby Moni ha efficacemente riassunto in una frase: "Gli edili lavorano in Sudafrica spesso in condizione disumane".
Tra i problemi più gravi che i sindacati devono affrontare vi sono il livello generalmente troppo basso dei salari corrisposti, e l’assenza di controlli sulle imprese subappaltatrici che spesso pagano salari al di sotto dei minimi legali. Da circa un anno si verifica nei cantieri sudafricani un’ondata spontanea di scioperi e proteste. Per esempio, nel cantiere per la costruzione dello stadio "African Renaissance" di Città del Capo, tra agosto e settembre 2007 circa 800 lavoratori hanno fatto die scioperi a sostegno della richiesta di indennità di trasporto. La direzione del consorzio delle ditte appaltatrici ha reagito con la serrata (chiusura del cantiere). Con l’accordo stipulato il 26 settembre, i lavoratori ricevono il rimborso delle spese di trasporto ed è stato attivato un servizio di navetta dalla stazione fino al cantiere.In novembre, è stato necessario un altro sciopero di 12 giorni affinché i 1’200 lavoratori del cantiere per la costruzione dello stadio "Moses Mabhida" di Durban ricevessero pagamenti supplementari per circa 6 mila rand (mille franchi). Si era infatti verificato che imprese in subappalto pagassero addirittura la metà della già misera paga oraria di 11 rand (pari a 2 franchi). Questo sciopero ha incontrato comprensione e appoggio tra la popolazione, nonché il sostegno del sindacato dei calciatori professionisti. Ora rappresentanti sindacali eletti controllano il rispetto delle condizioni di lavoro sul cantiere. Altri 450 operai hanno scioperato tra novembre e febbraio al cantiere per la costruzione dello stadio "Mbombela" di Nelspruit, anche qui per ottenere pagamenti supplementari ed il rispetto dei minimi salariali.Gli obiettivi che i sindacati sudafricani vogliono ottenere con la campagna "Fair games – fair play" sono principalmente cinque. Il primo, è l’applicazione della legislazione nazionale sudafricana e delle norme dell’Organizzazione internazionale del lavoro, nonché il libero accesso dei sindacalisti ai cantieri per potervi controllare il rispetto delle condizioni di lavoro. Il secondo, è l’ottenimento di condizioni di lavoro dignitose, con salari minimi di almeno 3 mila rand al mese (500 franchi) e conseguente controllo che le imprese subappaltatrici si attengano davvero a tali minimi. Il terzo obiettivo è un chiaro miglioramento della protezione dei lavoratori e della sicurezza sul posto di lavoro. Il quarto e il quinto obiettivo sono la creazione di nuovi posti di lavoro, soprattutto per donne e giovani, e maggiori investimenti nella formazione e riqualificazione professionale.La campagna "Fair games – fair play" è stata lanciata nel gennaio 2007 al Forum sociale mondiale di Nairobi. Nei mesi successivi i sindacati sudafricani hanno messo a fuoco critiche, obiettivi e rivendicazioni. Nel giugno dell’anno scorso hanno firmato con il locale comitato organizzatore della Fifa un memorandum per corrette condizioni di lavoro nella costruzione delle infrastrutture. Ora, dopo aver affrontato diversi conflitti con le imprese, con la consegna a Zurigo di un analogo memorandum al presidente della Fifa, i sindacati chiedono il sostegno di tale organismo internazionale per consolidare i risultati ottenuti e proseguire in questa lotta. «La Fifa», ha risposto Joseph Blatter alla delegazione sudafricana, «non è certamente né committente della costruzione degli stadi, né impresaria generale. Ma è sicuramente consapevole del suo ruolo sociale in Sudafrica in concomitanza con il campionato mondiale di calcio 2010 e prende sul serio questa sua responsabilità».
"Cercare il dialogo sociale"
«Arrivare a questo incontro non è stato semplice, però è andato bene», dice Vasco Pedrina subito dopo la consegna al presidente della Fifa di un memorandum da parte della delegazione sindacale sudafricana. A lui abbiamo chiesto di spiegarci il valore simbolico e pratico di tale avvenimento.
«Il valore simbolico è di riuscire a fare in modo che la Fifa diventi promotrice di quelli che sono i nostri valori e i nostri messaggi. Valori non solo di pace, ma anche di sviluppo sociale. E siccome siamo nel mezzo della campagna "Decent work", era importante guadagnare alla nostra causa Joseph Blatter, che è una figura con un grande carisma a livello mondiale. Credo che abbiamo fatto un bel passo avanti con questo incontro».
«Sul piano pratico», ha continuato Pedrina, «quello che volevamo raggiungere era che in Sudafrica la Fifa – che ha comunque un grosso peso nella preparazione dei Mondiali di calcio, ma anche rispetto ai lavori edili avviati in vista di questo grande avvenimento – s’impegnasse perché nel Paese s’instauri un vero dialogo sociale con gli imprenditori e con il governo, un partenariato sociale che permetta di migliorare le condizioni di lavoro e di vita, non solo dei lavoratori sudafricani stessi, ma anche dei molti immigrati che lavorano sui cantieri. Solo per la costruzione e il rinnovo degli stadi e delle varie infrastrutture sono impegnati quasi centomila operai: un numero corrispondente all’intero settore dell’edilizia in Svizzera. Siamo quindi molto contenti di essere riusciti, in collaborazione con i sindacati sudafricani, a realizzare questo incontro e a condurre insieme una campagna che sta portando buoni frutti».
Assicurazioni sociali: una rarità
Per i Mondiali di calcio 2010 in Sudafrica è prevista la costruzione di cinque nuovi stadi a Città del Capo, Durban, Port Elizabeth, Nelspruit e Polokwane; nonché il rinnovo di altri cinque stadi, di cui due a Johannesburg e gli altri a Pretoria, Rustenburg e Bloemfontein. Altri progetti collegati all’evento includono una linea ferroviaria ad alta velocità e lavori di miglioramento ed ampliamento di aeroporti, strade ed autostrade.Il numero totale degli occupati nell’edilizia in Sudafrica è salito negli ultimi anni dalle 600 mila unità del 2002 ad un milione nel 2006 (pari all’8 per cento di tutti gli occupati). Il fatturato complessivo dell’edilizia è aumentato massicciamente negli ultimi anni, i relativi guadagni sono saliti dal 2005 al 2006 del 356 per cento, mentre i salari reali sono rimasti praticamente immutati. Il 70 per cento di tutti i lavoratori dell’edilizia guadagna meno di 2’500 rand (415 franchi) al mese.
Il 90 per cento di tutti i lavoratori è privo di un’assicurazione malattia; il 66 per cento non ha un’assicurazione disoccupazione; il 72 per cento non ha diritto a ferie pagate; il 52 per cento non ha un contratto di lavoro scritto; solo il 38 per cento ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato (per il resto, il lavoro è temporaneo, stagionale, occasionale).
L’economia sudafricana è cresciuta del 4,9 per cento nel 2004, del 5,1 per cento nel 2005, del 5 per cento nel 2006 e del 5,3 per cento nel 2007.