Il messaggio è stimolante: “Clicca per vedere le più belle immagini della nostra nazionale agli europei”.
Appare una piccola bandiera rosso crociata su grande sfondo bianco con sotto scritto: Fine.
È un po’ che lo dico: solo le sconfitte aguzzano l’ingegno, le vittorie gasano ma danno aria alla retorica e alla fine quasi tutti ci restano male.
Certo, la cosa vale anche per gli altri, soprattutto per i nostri vicini di casa, che da un paio d’anni gironzolano zavorrati di tutto punto per mantenere i contatti quotidiani con gli altri terrestri, ma bisognerebbe smetterla di rincorrere il peggio in cambio di qualche lampadina accesa sulla ribalta internazionale.
Grazie quindi ai cechi che ci hanno ridato il lume della modestia, al cittadino basilese Hakan Yakin per aver mantenuto la sobrietà quando ha buttato la palla nella rete turca, ricordandosi della storia famigliare che era dentro quella porta e dei poveretti che dal ’77 continuano a chiamarlo “svizzero di carta”, grazie a chi, dopo le prestazioni degli atleti in diretta, non ce l’ha proprio fatta a vedere anche quelle dei tuttologi mediatici.
Come si dice? Quando è troppo, è troppo!
Al prossimo europeo calcistico casalingo, fra un paio di secoli.
CARLO CURTI, LUGANO
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