Austria e Svizzera hanno offerto una prova di grandi capacità organizzative, garantendo molto spettacolo e gestendo in modo inappuntabile il grande afflusso di spettatori. A fregarsi le mani è soprattutto l’Uefa che si porta a casa, esentasse, oltre un miliardo di franchi.Cinquecentomila litri di birra: tanto si sono scolati, solo a Basilea, gli oltre 180’000 tifosi convenuti il 21 giugno per i quarti di finale fra Olanda e Russia.
È solo una delle tante cifre da record che hanno caratterizzato, sul versante svizzero, la "kermesse" calcistica appena conclusa. "Fan-zone", ristoranti e bar, hanno registrato il tutto esaurito, soprattutto nella seconda parte del torneo, facendo felici gli operatori del settore.
I pernottamenti negli alberghi, secondo i dati provvisori sinora resi noti, sono cresciuti di oltre il 5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Inoltre, secondo gli analisti, l’effetto virtuoso di Euro 2008, si dovrebbe spalmare anche sui prossimi mesi.
Un afflusso di 3 milioni di persone
Un successo di pubblico sperato che si è puntualmente confermato. Nemmeno la prematura esclusione della nazionale elvetica, sembra avere diminuito l’entusiasmo. Nelle fan-zone delle quattro città e negli stadi si sono assiepate oltre 2,7 milioni di persone, secondo le cifre provvisorie comunicate dopo i quarti di finale. Con le semifinali e la finale, la cifra dovrebbe superare i 3 milioni.
Anche nelle 16 "UBS Arena", ubicate nelle città che non accoglievano partite del torneo, l’affluenza, dopo un inizio difficile a causa del cattivo tempo, è stata costantemente in crescita: complessivamente, il numero di tifosi è stato di circa un milione. A questo proposito, Piazza Grande a Locarno, è stata una delle arene più animate del torneo, con oltre 62 mila spettatori complessivi.
Uefa: un miliardo di utili
Michel Platini, al suo primo torneo quale presidente dell’Uefa, si è detto entusiasta del lavoro svolto, sia in Austria, sia in Svizzera. Insomma, un campionato europeo quasi perfetto che ha regalato grandi emozioni ma anche molti soldi.
L’Uefa ha infatti realizzato una cifra d’affari che ha superato i due miliardi di franchi, il 56% in più rispetto agli europei portoghesi, nel 2004.
Ma ciò che più impressiona è l’utile netto: l’Uefa si porta a casa 1,1 miliardi di franchi, oltretutto esentasse. Infatti, la multinazionale del pallone, che ha la propria sede a Nyon, gode dello statuto di associazione di utilità pubblica. Pertanto, non paga le imposte sugli utili.
Un privilegio che non piace a tutti
Se l’Uefa fosse considerata alla stregua di una qualsiasi impresa, lo Stato avrebbe potuto incamerare, grazie a Euro 2008, fra i 300 e i 400 milioni a fronte di spese per la sicurezza, la viabilità e l’organizzazione della manifestazione, valutate per la Confederazione e i Cantoni tra i 140 e i 180 milioni di franchi.
Tuttavia, l’ente pubblico si dovrebbe rifare almeno in parte, attraverso le imposte alla fonte prelevate sui premi versati ai giocatori e sulle tasse, che le due società dell’Uefa – Euro 2008 e Uefa Media Technologies, create appositamente per l’evento – dovranno versare all’erario.
Un ritorno ci sarà anche per l’affitto degli stadi e delle infrastrutture. Anche in questo caso, comunque, l’Uefa ha saputo ottenere condizioni molto favorevoli. I bilanci definitivi della manifestazione saranno presentati solo verso fine anno, come ha confermato a swissinfo, Barbara Meier, portavoce del comitato "Euro 2008" creato ad hoc dal Consiglio federale.
La festa dei bagarini
Mai come in questo campionato europeo, i bagarini hanno fatto tanti affari. Lo ha ammesso lo stesso presidente del comitato organizzatore, Martin Kallen.
Il mercato nero è stato floridissimo. Si calcola che almeno il 40% dei biglietti sia stato smerciato clandestinamente, con prezzi che hanno toccato anche punte di svariate migliaia di franchi.
Un fenomeno non certo nuovo per questo genere di manifestazioni, ma che in questo caso, ha raggiunto dimensioni senza precedenti. D’altra parte, per tutte le 31 partite del torneo erano disponibili appena un milione di biglietti, quando la richiesta complessiva, è stata dieci volte superiore. Il ricorso al "bagarinaggio" era dunque inevitabile e poco o nulla hanno potuto i severi controlli introdotti dall’Uefa.
Scommesse in internet
Questi Europei sono pure stati quelli dell’apparizione in grande stile delle scommesse via internet. Sono stati soprattutto Bwin e Interwetten a sfruttare al meglio la manifestazione. I due operatori austriaci, per questo appuntamento, hanno lanciato in rete oltre 11’000 differenti giochi.
Si poteva scommettere sul risultato ma anche sul nome dei marcatori. Addirittura, esisteva la possibilità di puntare sul nome del giocatore che avrebbe dato il calcio d’inizio della partita. Insomma, un armamentario finora mai visto e che ha fruttato, solo in Svizzera, e unicamente durante le tre settimane di competizione, una cifra stimabile attorno ai 50 milioni di franchi.
Un buon affare per questi operatori, che non solo dribblano la legge svizzera che vieta le scommesse on-line, ma addirittura, agendo dall’estero, non pagano nemmeno un centesimo di tasse.
swissinfo, Paolo Bertossa