Euro 2008, il campionato di calcio europeo, atteso quasi con ansia da alcuni rami economi ci, è passato come una folata di vento che agita le fronde ma non cambia il paesaggio. Appe na spenti i riflettori sull’ultima partita disputata in Svizzera, sono cominciati i bilanci. E da allora, è tutto un far di conti e tirare somme. Adesso si comin cia a capire che, dopo un certo trionfalismo iniziale ( «tutto è andato liscio», «siamo stati bra vissimi », «ci hanno lodato tut ti » ), qualcuno ci ha rimesso, o quantomeno non ha guadagna to ciò che si aspettava, mentre a fregarsi le mani è soprattutto l’Uefa.
Certo, l’evento in sé è stato un successo. Ed alcune cifre sono lì a confermarlo. L’affluenza del pubblico è stata più o meno quella sperata: nelle “fan zone” (aree tifosi) delle quattro città svizzere ospitanti (Basilea, Ber na, Ginevra e Zurigo) si sono assiepate oltre 2,7 milioni di persone, secondo le cifre prov visorie comunicate dopo i quar ti di finale. Con le semifinali e la finale, il pubblico avrebbe su perato i 3 milioni. Un altro mi lione di tifosi si calcola sia stato accolto nelle 16 “Ubs Arena” delle città che non ospitavano partite del torneo. A Locarno, per esempio, Piazza Grande è stata una delle arene più animate del torneo, con oltre 62 mila spettatori complessivi.
A questo punto, la domanda più ovvia è chi ci abbia guada gnato da questa grande affluen za di pubblico. Per farsene un’idea, basti pensare ai 150 mila tifosi olandesi che hanno inva so Berna, migrati poi a Basilea dove sono diventati il 21 giugno 180 mila o forse di più. Hanno consumato una quantità mo struosa di birra (cinquecento mila litri solo a Basilea e solo in una notte), ma per il resto non hanno speso molto: pochi di loro sono andati a dormire in albergo. Comunque, nell’indu stria turistica si calcola che i pernottamenti siano aumentati di oltre il 5 per cento per tutta la durata del torneo.
Soprattutto gli albergatori di Berna e di Basilea possono fre garsi le mani. E anche a Gine vra non si lamentano: non ci sono ancora cifre a disposizio ne, ma Paul Müller, presidente della locale sezione di Hotelle riesuisse, ha confermato che nelle due prime settimane di giugno a Ginevra c’era il tutto esaurito.
A Zurigo invece le cose sono andate maluccio, soprattutto per gli hotel a quattro o cinque stelle. Evidentemente, i tifosi hanno preferito gli alberghi a due e tre stelle. «Dobbiamo esse re realisti» , ha commentato Jörg Arnold, presidente degli albergatori zurighesi, «a lungo termine l’Euro 2008 avrà scarsa influenza sul turismo di Zurigo, nonostante l’attiva campagna mediatica» .A lagnarsi però sono soprat tutto ristoratori e gestori di lo cali, che se nella “fan zone” di Zurigo si sono riempiti sino a notte fonda, nel resto della città la sera sono rimasti piuttosto vuoti. Evidentemente, «la gente se n’è andata tutta in centro a vedere le partite» , ha constatato Ernst Bachmann, presidente di Gastro Zürich, mentre nei quartieri periferici i locali han no faticato a trattenere la clien tela abituale.Lo stesso fenomeno è stato re gistrato a Basilea, dove i locali delle zone più frequentate, se condo Maurus Ebneter del “Wirteverband” (l’associazione esercenti), hanno incrementato i loro affari dal 20 al 40 per cen to. Le punte più alte sono state registrate, dice Ebneter, «nel quarto di finale dell’Olanda». Nei quartieri, invece, Euro 2008 sarebbe costato agli esercizi pubblici una perdita sul norma le fatturato dal 15 al 30 per cen to, in qualche caso fino al 50 per cento.Anche durante i Mondiali del 2006, secondo Ebneter, gli affari andarono male per i ristoratori: la gente preferiva guardare le partite a casa, piuttosto che uscire a cena. Nel complesso, a causa di Euro 2008 a Basilea avrebbero “sofferto” da 600 a 800 locali, mentre solo 200 sono stati quelli che ci avrebbero guadagnato. Gli stessi effetti sono stati confermati da JeanDaniel Martz, segretario di Ga stro Bern, relativamente alla sua città.Tutto questo però non vuol dire che grossi guadagni non ci siano stati. A trarre i maggiori profitti da Euro 2008 è stata principalmente l’Uefa (l’Unio ne europea delle federazioni calcistiche). Michel Platini, al suo primo torneo quale presi dente dell’Uefa, si è detto entu siasta del lavoro svolto, sia in Austria, sia in Svizzera, per or ganizzare un campionato euro peo quasi perfetto che ha rega lato grandi emozioni ma anche molti soldi.L’Uefa ha infatti realizzato una cifra d’affari che ha supe rato i due miliardi di franchi, il 56 per cento in più rispetto agli Europei tenuti in Portogallo nel 2004. L’utile netto – e questo è davvero impressionante – è stato di 1,1 miliardi di franchi, oltretutto esentasse, poiché la multinazionale europea del pal lone, che ha la propria sede a Nyon, gode dello statuto di asso ciazione di utilità pubblica e perciò non paga le imposte su gli utili. I biglietti emessi sono stati complessivamente un mi lione e 50 mila.E mai come in questo cam pionato i bagarini hanno fatto affari d’oro: si calcola che alme no il 40 per cento dei biglietti sia stato smerciato clandestina mente, con prezzi che hanno toccato anche punte di diverse migliaia di franchi. Inoltre, le partite sono state seguite in te levisione da circa 8 miliardi complessivi di spettatori in 170 paesi (su tutto l’arco del tor neo). E si sa quanto i diritti te levisivi pesino in termini di entrate per le organizzazioni sportive.
Infine, le scommesse. Questo Europeo è stato caratterizzato dal boom delle scommesse via Internet. In Svizzera sono proibite, ma operatori austriaci come Bwin e Interwetten sono riusciti a sfruttare al meglio la manifestazione, lanciando in rete oltre 11 mila differenti gio chi. Il guadagno che hanno rea lizzato viene stimato intorno ai 50 milioni di franchi al di fuori di qualsiasi controllo fiscale. Il divieto svizzero delle scommes se online comunque non potrà durare a lungo, dal momento che ormai in quasi tutta l’Euro pa il gioco d’azzardo via Inter net è stato liberalizzato.
La polemica
Resta grande incertezza sui costi effettivi per le città ospitanti
Arrivano le prime polemiche: sui costi, che si sono rivelati maggiori del previsto, e sulle cifre relative all’affluenza, spesso frutto più di stime che di calcoli. A Gine vra, le autorità hanno ammesso che un im preciso preventivo per l’allestimento delle “fan zone” ha rivelato uno scoperto di 600 mila franchi.A Basilea, tra i membri del Gran Consi glio, sia di sinistra che di destra, c’è già chi denuncia una cattiva pianificazione finanziaria. Qualche problema l’ha dato l’invasione di tifosi olandesi, a cui tutta la macchina organizzativa non sarebbe stata in grado di adeguarsi. Alla fine ci saranno certamente maggiori costi tra i 600 e i 900 mila franchi, per l’impiego di apparecchiature e specialisti fatti venire dall’estero.A Berna e a Zurigo non si parla, per il momento, di sorpasso dei costi preventiva ti, rispettivamente di 5,6 e di 18 milioni di franchi. Ma soprattutto nell’Udc non man ca chi mette in guardia: i calcoli relativi alla protezione civile ed alla rimozione dei rifiuti non ci sono ancora. «Il conto finale farà discutere» , prevede il capogruppo Udc in Consiglio comunale, Mauro Tuena.
Ma a far discutere già oggi sono le cifre sull’affluenza di tifosi nelle “fan zone”. A Zurigo il sindaco ha parlato addirittura di 3,4 milioni di persone. Solo per la partita Italia-Romania i tifosi sarebbero stati 150 mila, anche se il giorno dopo l’evento si parlava di 100 mila. Com’è possibile que sto balletto di numeri? Dopo qualche do manda è venuto fuori che tali cifre sono frutto di stime, non di calcoli. E poiché ognuno (la polizia, le organizzazioni, i me dia) ha il suo metodo di valutazione della folla, si finisce per smentire anche la smentita. A Berna, invece, hanno sempli cemente rinunciato a fare delle stime, rite nendo vano tentare il conto della fiumana arancione in movimento.
L’ambiente ne ha guadagnato e la criminalità è diminuita
Sul sito web dell’Uefa si parla, tra l’altro di «Euro amico del l’ambiente ». Per dimostrarlo, vengono citati il cancelliere austriaco Alfred Gusenbauer e il nostro consigliere federale Sa muel Schmid. Ambedue hanno affermato che i trasporti pubblici hanno funzionato egregia mente, specialmente in termini di riduzione del traffico strada le. Austria e Svizzera dispongono di un’ottima rete di trasporti pubblici e di servizi supple mentari, che i tifosi hanno am piamente sfruttato. «Ho control lato i dati e il torneo ha contri buito a rispettare l’ambiente» , ha detto Gusenbauer. «L’80 per cento dei viaggi a lunga percorrenza e il 60 per cento degli spo stamenti brevi è stato effettuato con i trasporti pubblici. I nostri programmi hanno avuto un grande successo e anche l’am biente ne ha beneficiato».Dal canto suo, Schmid ha sot tolineato che «ci sono stati meno ingorghi in Svizzera e, secondo le statistiche, in alcuni luoghi è sceso anche il tasso di crimina lità. Gli analisti sono giunti alla conclusione che tutto ciò è da ri condursi alla presenza dei tifosi. Ci siamo affidati all’impegno di migliaia di persone e alle ferro vie svizzere, che hanno messo a disposizione treni supplementa ri per soddisfare le esigenze dei visitatori. Tutto ciò ha contribui to a togliere veicoli dalle strade».L’Uefa ha anche reso omaggio alla grande dedizione dei volon tari. Questa «ha garantito il per fetto svolgimento di un torneo che ha saputo appassionare i tifosi di tutto il mondo, oltre a dare un’immagine positiva del calcio» . I cinquemila volontari complessivamente impiegati sono arrivati da tutto il mondo per dare il loro contributo al torneo. Circa due terzi di loro provenivano dai due Paesi orga nizzatori, ma il rimanente terzo da ben 75 stati differenti, tra i quali Costarica, Togo, Uganda, Indonesia e Nepal. «Tutti sono stati istruiti in maniera ap profondita sui compiti che avreb bero dovuto svolgere, in modo da risultare sempre un punto di ri ferimento chiaro per tifosi e ad detti ai lavori». L’Uefa ha ricevuto ben 18 mila richieste di reclutamento e nelle otto città che hanno ospi tato il torneo si sono svolti oltre 10 mila colloqui.