Signori, cambiare registro. Appassionati sì, ma fessi no. Meglio: fessi
non siamo, né accettiamo di essere trattati come tali, e prendano nota
gli organizzatori delle "Arene" a Lugano ed a Locarno.
Due giorni degli Europei di calcio se ne sono andati, e ci si domanda
come sia possibile che ogni più nera previsione sia stata azzeccata.
Cioè: che la Nazionale non fosse quella macchina da guerra, ahinoi, si
sapeva; e adesso si annunziano acide protuberanze non muliebri; o
mercoledì arriva un trionfo sulla Turchia o la festa è già finita e
l’orribile "mascotte" Trix verrà bruciata nelle pubbliche piazze come
la "Gioeubia" alla fine dell’inverno (qualcuno ci tolga tra l’altro una
curiosità: Trix e Flix rappresentano rispettivamente la Svizzera e
l’Austria, o viceversa?). Ci si sono messi di mezzo anche l’infortunio
ad Alex Frei e lo sciagurato modulo tattico imperniato sul reprobo
Marco Streller, al cui confronto persino l’immobile Benjamin Huggel –
prima o poi si lo si vedrà all’opera – è Giove tonante; per
sovrammercato, non ci si aspettino favori dal Portogallo all’ultimo
turno del trittico di qualificazione.
Vabbè: questo è il meno, davvero. "Il meno" secondo la sensibilità dei
ticinesi: i quali, com’è noto, nella migliore delle ipotesi possono
vedersi le partite in alcuni spazi aperti con maxischermo,
rispettivamente a Mendrisio, ad Ascona, a Chiasso, a Lugano ed a
Locarno. In piazzale Alla Valle di Mendrisio, ci raccontano quelli
della "Mediaplanet Sagl" che hanno messo in piedi anche un piacevole
corollario di spettacoli con tanto di "miss" e di lustrini, le cose
sono andate niente male sabato scorso, e per oggi è previsto un pienone
andando in scena Romania-Francia (ore 18.00, Zurigo) e soprattutto
Italia-Olanda (ore 20.45, Berna): felicitazioni. Bel divertimento sul
lungolago di Ascona e persino a Chiasso, una prima scommessa vinta dai
membri del nuovo Esecutivo comunale.
Per Lugano e Locarno, invece, ahem. "Arena" tra Gerra e Cornaredo:
sabato affluenza tiepida, e qualche sovrana presa di cappello: per
quale dannata ragione l’accesso ai posti a sedere deve costare 16
franchi nel caso giochi la Svizzera ed 11 franchi quando è in campo
un’altra Nazionale? Chi ha stabilito questa discriminazione a solo
danno dei tifosi rossocrociati? Chi sta ospitando l’evento calcistico,
la Svizzera o la Macedonia? E pensate che in Macedonia, nel caso la
loro piccola Nazionale fosse arrivata a questo appuntamento, avrebbero
detto ad un "supporter" di Skopje: "Ciccio, tu paghi il prezzo di un
biglietto e mezzo perché sei di qui?".
Altro caso, riscontrato in prima persona, ieri a Locarno. Ore 16.00 ed
aggiungiamoci qualche minuto per buona misura: gli addetti alla
sicurezza chiudono ogni varco. Ore 16.00, si ribadisce: due ore prima
che avesse inizio Austria-Croazia. Due che abitano lì stanno rientrando
dal giretto domenicale, arrivano alla transenna e si trovano davanti un
tizio in divisa che fa segno di "no". Segue azzardo di dialogo
kafkiano: "Perché?", domanda il passante. Niente risposta dall’addetto:
per forza, non gli si caverebbe una parola di italiano nemmeno a
minacciarlo di metterlo sotto formaldeide. Al "Warum?", che dimostra
persino l’eccesso di buona volontà del residente in zona, interviene
per buona sorte un superiore del summenzionato agente di sicurezza:
"L’ingresso all’evento è dall’altra parte della piazza, bisogna girare
dall’esterno". "Manco per nulla, signore. Io abito qui". Al che il
cancelletto umano, prodigiosamente, si schiude.
Tirando le somme, gli organizzatori delle "Arene" le hanno sbagliate
tutte. Primo: sulla differenza di prezzo per la "public view" a Lugano
ed a Locarno. Secondo: sul fatto stesso di insistere con questo inglese
d’accatto, sicché la prossima volta si parlerà loro in greco antico,
ebdomékonta étea tò oùron tès zoes protìthemi, con il che si renderà
presente l’esser noi adulti maggiorenni e vaccinati. Terzo: sull’aver
messo sotto contratto addetti alla sicurezza che stentano con
l’italiano (lingua di riferimento in Ticino, piaccia o dispiaccia) o
che proprio non lo sanno, quando è invece il caso che per eventi
ticinesi la manodopera sia ticinese, e ciò valga anche come
precondizione al prossimo "Festival del film". Quarto: sull’aver
pensato che il prendere in affitto piazza Grande a Locarno equivalga ad
un monopolio sulla libertà di movimento delle persone, ed in questo
senso non sarebbe sgradita una presa di posizione da parte di Carla
Speziali e degli onorevoli membri del suo Municipio.
Giuridicamente la questione potrebbe risultare controversa, ci racconta
un legale all’uopo consultato. Ma se anche i promotori dell’"Arena" a
Locarno hanno il diritto di chiudere la piazza nell’imminenza degli
eventi, qualcuno dica loro, e con atto d’imperio e con criterio di
urgenza, che per l’appuntamento delle ore 18.00 il margine di azione è
da limitarsi ai 15, massimo 20 minuti precedenti l’inizio della
trasmissione.
A margine, un’ultima raccomandazione: dare un’occhiata ai prezzi delle
bevande in vendita ai banchetti, quattro franchi e mezzo per due
sorsate d’acqua sono un insulto.