10.06.2008 – Il Manifesto – Germania-Polonia con hooligans über alles

MATTEO PATRONO

Il primo bollettino hooligans dell’Europeo non promette granché bene anche se l’Uefa minimizza e assicura che tutto è sotto controllo. 157 arresti domenica a Klagenfurt prima, durante e dopo la sfida Germania-Polonia. 9 a Vienna in occasione di Austria-Croazia. Più una trentina di soggetti pericolosi intercettati sulla frontiera svizzera perché i loro nomi risultavano nella banca dati delle persone non gradite e dunque respinte al mittente con tanto di pullman. I problemi maggiori li ha avuti la polizia della Carinzia alle prese con tedeschi, polacchi, sloveni e indigeni vari accorsi nella patria del governatore Haider per il temutissimo derby Germania-Polonia, preceduto da una guerra mediatica (tabloid più youtube) a base di teste mozzate, test di intelligenza e pisciate sulla testa. Dei 157 fermati, 140 erano nazistoni über alles che si recavano allo stadio canticchiando slogan antisemiti contro i nemici con la stella gialla al braccio. «Tedeschi, difendetevi, non comprate dai polacchi», il grido di battaglia che richiamava la direttiva del Reich di non frequentare i negozi degli ebrei.
Due anni fa, prima dei mondiali disputati in casa, gli ultras nostalgici del Fuhrer avevano affisso qua e là sui muri di Berlino dei poster con la scritta «questa non è la mia nazionale». C’era sopra la maglia troppo poco bianca di Gerald Asamoah e David Odonkor, i giocatori tedeschi d’origine ghanese convocati da Klinsmann. Nessuna rimostranza invece per Miroslav Klose e Lukas Podolski, gli attaccanti portati via alla natia Polonia dalla Federazione tedesca: il primo fu capocannoniere del mondiale, il secondo ha affondato il suo paese d’origine l’altra sera a Klagenfurt, con 2 gol che gli hooligans ariani avranno forse festeggiato (inconsapevolmente?) in una cella carinziana. Sarebbe opportuna una fermata nell’ex campo di concentramento di Dachau dove è stata inaugurata una piccola grande mostra. Che racconta come calciatori, allenatori, dirigenti e giornalisti ebrei abbiamo contribuito a rendere popolare in Germania il gioco del calcio.

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