10.07.2006 – indymedia.ch – Nuovi stadi: “Komfort, Kommerz, Kontrolle”

  Fa
caldo e spero che un po’ di fiacchezza estiva mi sia perdonata. Per
questo invece di scrivere un articolo tutto nuovo mi limiterò a
tradurre un testo interessante di Saro Pepe, direttore del Fussball –
und Kultur-Bar "Flachpass" dello Stadio Letzigrund di Zurigo (che sarà
presto demolito), apparso sull’insospettabile rivista degli architetti
e ingegneri svizzeri tec 21, nel numero 24, dedicato al calcio e alle
sue costruzioni.
Prima vorrei però rendere omaggio allo splendido
risultato della recente trasformazione dello stadio olimpico di
Berlino, costruito nel 1930 in perfetto stile nazionalsocialista e
rinnovato tra il 1998 e il 2004 con rispetto ragionevole della sostanza
storica, ma anche con belle soluzioni del tutto attuali, dagli
architetti Gerkan, Marg e associati.
Ma ecco il testo del Pepe:
"Il
calcio si è trasformato negli ultimi vent’anni in una branca economica
fiorente. Il mercato di distribuzione mediatica mondiale per le masse
che stanno davanti al televisore ha conseguenze drastiche per i "pochi"
spettatori che stanno negli stadi. Per cui cambiano le grandi arene del
foot-ball, cambia lo sport e cambiano i fruitori. Viene a mancare la
calca (così bella e importante) dei vecchi posti in piedi.
L’individualità e la libertà di movimento degli spettatori viene
fortemente limitata dentro i settori degli stretti posti a sedere.
Si
perdono le manifestazioni spontanee e imprevedibili e una certa
dissacrante cultura verbale. I tifosi, un tempo partecipanti allo
spettacolo vengono degradati a figuranti dai clubs e dai manager degli
stadi. Essi devono all’inizio della partita sventolare tutti insieme le
bandierine degli sponsors, in maniera da formare uno sfondo perfetto
per le trasmissioni televisive. Ci si attende dalla massa che essa
giochi alla perfezione il suo ruolo.
Gli spettatori vengono
considerati prima di tutto dei consumatori. Gli stadi dispongono di
sistemi di pagamento interni senza contanti. Col denaro corrente non si
può comperare quasi niente. Ormai vige ovunque la carta di credito,
meglio la carta del club. Tutte le associazioni sportive si
assomigliano grazie agli stessi esperti di marketing che le
consigliano. Con l’aggiustamento degli stadi alle stesse norme Uefa e
Fifa (sicurezza, mercato, catering, comfort) è ormai in corso
un’omogeneizzazione del gioco del calcio. Uno stadio è uguale
all’altro, l’assistere ad una partita è uguale all’altro. Dal punto di
vista architettonico gli stadi attuali sono piuttosto edifici chiusi
che aperti. I tetti si estendono fortemente al disopra del campo fin
quasi a formare un unico grande padiglione. Scompare l’ampiezza e
l’apertura dei vecchi posti in piedi. Si nota anche uno spostamento di
situazione. Invece che nel mezzo dei quartieri popolari come un tempo
oggi gli stadi si trovano separati dal contesto in qualche posto
lontano dalle città. Al contrario degli stadi di Berlino o di Lipsia i
nuovi stadi per i tornei europei e dei campioni vengono situati in
luoghi nei quali dopo lo svolgimento dei campionati non troveranno più
nessuna utilizzazione adeguata.
Tuttavia non ci si deve
meravigliare di queste trasformazioni. Negli stadi si può solo
osservare una concentrazione degli stessi fenomeni che riguardano
l’intera società.
Il controllo rafforzato della popolazione, che
negli stadi si manifesta con telecamere onnipresenti, biglietti
personalizzati e direttive di ogni genere non è un fenomeno specifico
del mondo del calcio, esattamente come la diffusione della violenza in
generale tra i giovani. E la forte commercializzazione e
"mediatizzazione" pervadono tutti i campi della vita sociale, non
soltanto il mondo del calcio".
Così il Signor Saro Pepe che di
queste cose certo se n’intende. Da parte mia, in conclusione, buone
vacanze a tutti, anche ai lavoratori del muro e delle strade che devono
tirare ancora la fine di luglio.
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One Response to 10.07.2006 – indymedia.ch – Nuovi stadi: “Komfort, Kommerz, Kontrolle”

  1. leo says:

    Prova plugin authimage

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