UN CICLO DI APPROFONDIMENTI SULLE CITTÀ DELL’ EVENTO
Ogni volta che la grancassa mediatica annuncia una kermesse sportiva, qualcuno, magari dallo scantinato di casa, crea un sito internet per dirne peste e corna. È un legittimo esercizio di critica. E sta già avvenendo anche per gli Europei di calcio che la Svizzera e l’ Austria ospiteranno dal 7 al 29 giugno. Non ci credete? Allora andate a visitare il blog «Euro08. noblogs.org», dove troverete una ricca antologia di motivi più o meno validi per spegnere il televisore e mettersi il paraocchi per l’intera durata della sfida calcistica. Salutiamo con simpatia anche i dissacratori di Euro 08 che tengono vivo il nostro spirito critico, ma nello stesso tempo, oltre ad offrire tutta l’informazione tecnico sportiva che il torneo richiede e merita, abbiamo pensato di approfittare dell’evento venendo incontro ai desideri «intellettuali» di chi il pallone lo ignora, lo sfugge o lo detesta. Gli Europei, in effetti, sono una straordinaria occasione per parlare di noi. Truppe di turisti sportivi si preparano a conoscere i nostri stadi, bistrot e alberghi. Qualche spirito più coltivato, forse, anche i nostri paesaggi, i musei e i teatri. Ma soprattutto ci saranno milioni di occhi che scruteranno dal video i due Paesi alpini che ospitano l’evento. Per una ventina di giorni la Svizzera e l’ Austria godranno ovunque di assoluta visibilità. Gli «altri», insomma, i non-svizzeri e i non-austriaci, avranno modo di imparare qualcosa su di noi. Ma, viene da chiedersi, e noi, cosa sappiamo di noi stessi? In questo spirito abbiamo pensato di offire una serie di «Primi Piani» che si concentreranno sulle città degli europei: le quattro svizzere (Ginevra, Zurigo, Berna e Basilea) e le quattro austriache (Innsbruck, Salisburgo, Klagenfurt e Vienna). Mentre il nostro settimanale Extra ha già cominciato ad occuparsene affrontando gli aspetti più propriamente turistici, da oggi il Corriere del Ticino vi proporrà una lettura basata sull’attualità sociale e politica e sullo «spirito» delle città che ospiteranno gli incontri di calcio. Un modo per consentire anche agli animi più tiepidi nei confronti dell’agone sportivo di scoprire la ricchezza e la complessità delle città di casa nostra. C. S.