04.05.2008 – Swissinfo.ch – L’Euro, una sfida anche per gli ospedali

Durante i Campionati europei di calcio, le file d’attesa ai pronti soccorsi rischiano di essere più lunghe del solito. Gli ospedali elvetici si preparano all’avvenimento.

Chi ha avuto la sfortuna di recarsi al pronto soccorso di un ospedale tedesco durante la Coppa del Mondo di calcio 2006 ha probabilmente dovuto armarsi di pazienza: secondo le stime, i nosocomi hanno infatti avuto tra il 20 e il 30% di casi in più.

Uno scenario che con ogni probabilità rischia di ripetersi anche in occasione dei prossimi campionati europei organizzati dalla Svizzera e dall’Austria.

Pierre Brennenstuhl, delegato alla sicurezza degli Ospedali universitari di Ginevra, conferma: "Durante l’Euro ci aspettiamo un aumento dei casi pressappoco simile a quanto constatato in Germania".

A Basilea, lo scenario più ottimista e plausibile (che non tiene conto di grosse risse) prevede una crescita delle ammissioni al pronto soccorso compresa tra il 5 e il 10% nei giorni in cui non si giocano partite e un massimo del 25% in occasione degli incontri, osserva Andreas Bitterlin, portavoce dell’Ospedale universitario della città renana. Attualmente in media alle urgenze arrivano circa 100 pazienti al giorno.
Dispositivo preospedaliero

Per evitare di sommergere un reparto che già nella situazione attuale è spesso sovraffollato, i responsabili sanitari rafforzeranno soprattutto il dispositivo preospedaliero.

"Creeremo dei posti medici fissi nei pressi dello stadio, dove si trovano gli schermi giganti, ad esempio al centro sportivo del Bout-du-Monde, o alla pista di ghiaccio delle Vernets, che durante l’Euro sarà trasformata in discoteca", spiega Pierre Brennenstuhl.

A Basilea e nelle altre città svizzere che ospiteranno gli incontri dell’Euro, il principio è il medesimo, ossia "trattare sul posto", afferma Andreas Bitterlin. Nelle quattro città saranno anche utilizzate le infrastrutture della protezione civile.

"Si tratta soprattutto di proteggere l’ospedale al di fuori dell’ospedale", osserva Brennenstuhl. Questi posti di primo intervento serviranno soprattutto per effettuare un primo smistamento, dirigendo i casi meno gravi verso delle cliniche, oppure per occuparsi di pazienti che non hanno bisogno di infrastrutture ospedaliere complesse, ad esempio le vittime di un colpo di calore o chi ha bevuto troppo.
Soprattutto casi ambulatoriali

"Durante i Mondiali di Germania – sottolinea Brennenstuhl – la maggior parte dei casi erano ambulatoriali; salvo in caso di risse non vi è stato un aumento dei politraumi. Inoltre si è potuto constatare una diminuzione degli incidenti stradali nei giorni delle partite".

Un’ipotesi più problematica potrebbe essere lo scoppio di un’epidemia. A Basilea si calcola che se dovesse verificarsi questo scenario – anche se le probabilità sono stimate deboli – nello spazio di poche ore potrebbero dover essere ricoverati un centinaio di pazienti.

Per far fronte a simili emergenze gli ospedali possono mettere in vigore i piani in caso di catastrofe ed appoggiarsi sul Servizio sanitario coordinato (vedi box).
Ore supplementari

Comunque vada, durante i Campionati europei il personale degli ospedali svizzeri dovrà sobbarcarsi verosimilmente delle ore supplementari.

A Ginevra e a Berna, i dipendenti sono stati resi attenti al fatto che verosimilmente saranno chiamati a lavorare di più e che il servizio di picchetto sarà rafforzato.

A Zurigo e a Basilea, i responsabili degli ospedali hanno deciso addirittura un blocco delle vacanze per gran parte dei dipendenti, in particolare per i medici e il personale del pronto soccorso, i chirurgi, il personale di radiologia, gli addetti alla sicurezza e coloro che si occupano dei trasporti interni. Un provvedimento giudicato "indispensabile" da Andreas Bitterlin, anche se "ciò si tradurrà in un immenso sforzo organizzativo per la pianificazione delle vacanze dopo l’Euro 2008".

Per evitare situazioni di sottocapacità in altri periodi dell’anno, a Ginevra e Berna si è invece deciso di rinunciare a questa misura.

Una decisione dettata anche da ragioni di costi, spiega Pierre Brennenstuhl. "Non si può semplicemente chiedere a dei medici di rimanere in ospedale e farli aspettare. Come durante il resto dell’anno, siamo comunque sempre pronti ad affrontare un’emergenza. Prima però bisogna che questa emergenza si verifichi".

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