13.06.2008 – Il Diavolo – Diversita’

Riprendiamo l’editoriale dal numero de "Il Diavolo" oggi in edicola.

Dopo la prima settimana di Europei già non siamo più gli stessi di prima. I nostri metabolismi si sono adattati, il DNA modificato. I nostri corpi hanno assunto la caratteristica forma atta al passaggio di molte ore inutili sul divano ad ammirare i cross inaspettati, le fughe travolgenti, le difese arcigne e impenetrabili. Come sempre il Ticinese medio ha ricominciato ad abbandonarsi al proprio sport preferito, che non è tifare per la Svizzera, ma contro l’Italia. Come sempre, tutti quanti siamo esperti di un gioco di cui, in buona parte dei casi, fino a poco tempo fa non ci fregava quasi niente. La nuova tendenza è quella al festeggiamento anticipato.
Una volta si aspettava almeno la semifinale, per andare a strombazzare in giro per le strade. Ora basta vincere una partita qualsiasi. Tra quattro anni probabilmente esserci sarà già sufficiente a fare i caroselli. Ma la cosa più stupefacente, ogni anno di più, è il delirio di bandiere. Questo`florilegio di gonfaloni, con quella particolare forma di patriottismo narcisistico e a buon mercato che spinge le persone ad appendere vessilli e drappi ai balconi. Una tendenza che il mercato ha capito, per cui ecco apparire le bandierine da automobile, quelle che puoi appendere ai finestrini e andare in giro a sventolare, già pronto per il carosello che magari non verrà mai.
La novità è che il patriottismo calcistico colpisce tutti in egual modo: svizzeri e stranieri, giovani e vecchi, perfino le donne che fino a qualche anno fa erano immuni dalla malattia. In questo diluvio di bandiere gonfaloni e insegne, una nuova tendenza è invece consolante: quella di esporre al balcone la bandiera di un paese straniero insieme a quella svizzera. Lo si vede sempre più spesso: un segnale da parte dei molti stranieri che vivono qui di una doppia lealtà, verso il proprio paese di origine e verso quello di adozione.
Una lezione a quelli che vorrebbero trasporre nel calcio le tensioni della politica xenofoba degli ultimi anni. Si può essere svizzeri e stranieri, tifare rossocrociato e anche turco, portoghese e italiano. È bello, è piacevole da vedere.
 
Quindi: viva il calcio e viva la diversità.
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