Zurigo: vita di quartiere

Una testimonianza di Luca che ha la sfortuna di abitare nei pressi di Letzigrund, lo stadio zurighese. Riceviamo e pubblichiamo volentieri le vostre testimonianze, repressione, assurdità, arene… contattaci!


9 Giugno 2008: verso le 18.00, stanco dalla giornata lavorativa, arrivo finalmente alla stazione di Zurigo-Hardbrucke. Quando il bus arriva stracolmo di gente cambio idea e mi avvio a piedi verso casa. Al mio fianco, immobile, si snoda un biscione di automobili; probabilmente si illudono di trovare un parcheggio nei pressi dello stadio Letzigrund. Sono ormai le 19.00 quando giungo a Badenerstrasse, la strada principale che porta al Letzigrund. La via è quasi deserta, eccetto per la scia di lattine e bottiglie che la folla ha lasciato dietro di sé. Osservando meglio non sono state gettate con noncuranza per terra, bensì sono state ammucchiate diligentemente sopra i traboccanti cestini della spazzatura. Perlomeno finché il vento che regolarmente soffia nella via non ha distrutto le piramidi sparpagliando la latta per il viale. Strano, mi dico, che gli organizzatori non abbiamo pensato a installare dei cestini addizionali. Che a furia di predicare la moderazione del consumo di alcool abbiano finito per credere realmente che il popolo fosse astemio? Verso le 20.00 noto la fiumana di gente che cammina sotto la mia finestra ed esco di casa. 

Nessuna traccia del pattume: efficenza svizzera!!
 
Ma perché non responsabilizzare minimamente i tifosi mettendo loro a disposizione sufficienti cestini? Allo stadio tutto è tranquillo: vari drappelli di tifosi francesi e rumeni ciondolano per strada. Alcuni chiacchierano, altri lanciano slogan, altri sostano ai vari baretti. Tuttavia, sul marciapiede che circonda la piazza, un cordone di poliziotti in divisa ordinaria vigila attentamente la scena. Mi stupisco perché solitamente anche dopo un normale derby hockeystico è sempre presente qualche agente in tenuta antisommossa. 
Ad un ordine via radio i poliziotti scompaiono silenziosamente in una manciata di secondi. Efficenza svizzera. 
Torno a casa per le viuzze laterali che si snodano fra i palazzotti a lato di Badenerstrasse. Dietro uno di essi improvvisamente li vedo: una decina di sbirri in tenuta antisommossa. Il resto delle forze temporeggia tedioso nei furgoni pronti alla partenza. Fra furgoni, autocisterne e camion sono circa una 60-ina i veicoli presenti, 30 dei quali appartenenti alla polizia germanica. Vista l’alta percentuale di tedeschi e la vicinanza della centrale di polizia cantonale mi sorge il dubbio che questo non sia l’unico assembramento preventivo. 
Efficenza svizzera..
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13.06.2008 – Il Diavolo – Diversita’

Riprendiamo l’editoriale dal numero de "Il Diavolo" oggi in edicola.

Dopo la prima settimana di Europei già non siamo più gli stessi di prima. I nostri metabolismi si sono adattati, il DNA modificato. I nostri corpi hanno assunto la caratteristica forma atta al passaggio di molte ore inutili sul divano ad ammirare i cross inaspettati, le fughe travolgenti, le difese arcigne e impenetrabili. Come sempre il Ticinese medio ha ricominciato ad abbandonarsi al proprio sport preferito, che non è tifare per la Svizzera, ma contro l’Italia. Come sempre, tutti quanti siamo esperti di un gioco di cui, in buona parte dei casi, fino a poco tempo fa non ci fregava quasi niente. La nuova tendenza è quella al festeggiamento anticipato.
Una volta si aspettava almeno la semifinale, per andare a strombazzare in giro per le strade. Ora basta vincere una partita qualsiasi. Tra quattro anni probabilmente esserci sarà già sufficiente a fare i caroselli. Ma la cosa più stupefacente, ogni anno di più, è il delirio di bandiere. Questo`florilegio di gonfaloni, con quella particolare forma di patriottismo narcisistico e a buon mercato che spinge le persone ad appendere vessilli e drappi ai balconi. Una tendenza che il mercato ha capito, per cui ecco apparire le bandierine da automobile, quelle che puoi appendere ai finestrini e andare in giro a sventolare, già pronto per il carosello che magari non verrà mai.
La novità è che il patriottismo calcistico colpisce tutti in egual modo: svizzeri e stranieri, giovani e vecchi, perfino le donne che fino a qualche anno fa erano immuni dalla malattia. In questo diluvio di bandiere gonfaloni e insegne, una nuova tendenza è invece consolante: quella di esporre al balcone la bandiera di un paese straniero insieme a quella svizzera. Lo si vede sempre più spesso: un segnale da parte dei molti stranieri che vivono qui di una doppia lealtà, verso il proprio paese di origine e verso quello di adozione.
Una lezione a quelli che vorrebbero trasporre nel calcio le tensioni della politica xenofoba degli ultimi anni. Si può essere svizzeri e stranieri, tifare rossocrociato e anche turco, portoghese e italiano. È bello, è piacevole da vedere.
 
Quindi: viva il calcio e viva la diversità.
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Euro 2008 e la crisi alimentare

Riceviamo (dalla Green Mailing List) e pubblichiamo

Conosciamo tutti l’album delle figurine calcistiche che tanto rallegra e impegna grandi e piccini (parlando chiaramente: piccini e piccini). Una faccia da calciatore stampata su di un foglietto autoadesivo costa 20 centesimi di franco. In Africa, con 20 centesimi si acquistano 200 g di riso. Completare un album equivale in termini economici a poter sfamare un bimbo del continente africano per un anno e mezzo!

Perché la Panini fattura mezzo miliardo all’anno e a me vengono le lacrime agli occhi? Chiaramente, figurine con i ritratti di bimbi affamati non si venderebbero tanto facilmente. 

 
Per ricevere i messaggi della Green Mailin List scrivi a nolanq(at)gmail(dot)com
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Ancora fermi e arresti

Dopo la partita Svizzera-Turichia di mercoledì la polizia ha compiuto ancora fermi ed arresti. Le cifre non sono chiare, si parla di 25 fermi a Basilea, Berna e Zurigo. La polzia è pronta ad intervenire, questi fermi non sono stati i primi e probabilmente non saranno gli ultimi.

Per chi rimanesse coinvolto o toccato dalla repressione:

Numero Antirep: 077 414 99 60 (attivo dal 26.05.08)

E-Mail: antirep-offside08 AT immerda DOT ch

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12.06.2008 – Swissinfo – Entusiasmo e delusione anche in Parlamento

La fine precoce della squadra svizzera ai campionati europei ha suscitato grande delusione anche a Palazzo federale. Per i membri del Parlamento, tra cui figurano numerosi appassionati di calcio, Euro 2008 sarà comunque un bel successo di festa popolare.
"Quando la palla si muove, non rimango di certo indifferente", ammette Hugo Fasel, deputato del Partito cristiano sociale. Mentre si mette a parlare di calcio, i suoi occhi si illuminano di piacere e un sorriso spunta spontaneo sotto i suoi folti baffi grigi. Una passione, quella del pallone, condivisa da numerosi altri membri del Parlamento svizzero.

Lunedì, aprendo ufficialmente l’ultima settimana di sessione, perfino la serissima vicepresidente della Camera del popolo Chiara Simoneschi-Cortesi ha tenuto a soffermarsi sul risultato della prima partita disputata dai rossocrociati, con un bilancio da giornalista sportivo: "Per la nostra nazionale le cose sono cominciate con un po’ di sfortuna. Malgrado un bel gioco, la Svizzera ha perso per uno a zero contro la Repubblica ceca e il bravo Alex Frei si è fatto male ad un ginocchio. A nome di tutti voi porgo i più sentiti auguri alla squadra svizzera".

Il calcio raccoglie probabilmente una maggioranza di voti in Parlamento. Almeno se si considera il chiaro sostegno espresso questa settimana a favore di una mozione d’ordine infilata tra decine di oggetti molto più importanti. Con 94 voti favorevoli e 70 contrari, i rappresentanti della Camera del popolo hanno deciso di anticipare l’orario della seduta pomeridiana del mercoledì, per permettere a tutti di seguire il confronto tra la Svizzera e la Turchia.

Piccola consolazione
Giovedì mattina, dopo la seconda cocente sconfitta della selezione elvetica, la delusione era evidente tra i parlamentari. A poco sono valse le parole di conforto pronunciate dal presidente della Camera bassa André Bugnon, in apertura dei lavori: "Purtroppo, la Svizzera non è riuscita a vincere contro la Turchia. Per consolarvi, vi informo che la selezione del nostro Consiglio è riuscita ieri a superare per 6 a 4 la squadra del parlamento austriaco".

I più esperti analizzano nei corridoi le debolezze della selezione elvetica: "È veramente peccato. Facciamo gioco uguale ai nostri avversari, a vol

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12.06.08 – Swissinfo – Austria: flop aree tifosi

Affari magri per le centinaia di stand allestiti nelle fan-zone in
tutte le città di Euro 2008 in Austria: Vienna, Innsbruck, Klagenfurt e
Salisburgo. Quattro giorni dopo il via del torneo, i commercianti
lamentano scarsiguadagni e minacciano scioperi e denunce. A dispetto
delle assicurazioni dell’Uefa, che aveva promesso l’arrembaggio giorno
e notte agli stand, le aree con maxi-schermi per i tifosi sono in
realtà affollate solo quando si giocano partite in città, altrimenti
c’é il deserto e in giro si vedono più addetti allasicurezza che
supporter.

"E’ un disastro, dovrei vendere almeno 1400 bibite al
giorno per andare in pari, ma oggi, a metà giornata, ne ho vendute
appena cinque", racconta Georg Schmiedmayer, che gestisce uno stand a
Vienna, al quotidiano ‘der Standard’.

Alcuni gestori minacciano
di chiudere e altri hanno già contattato avvocati per chiedere una
riduzione degli affitti ritenuti eccessivi: da 12’000 a 40’000 euro a
stand.

Per domani i commercianti sperano di rifarsi un po’ con
il previsto afflusso di tifosi per l’incontro Austria-Polonia: secondo
dati del ministero degli interni oggi si prevede l’arrivo di 30’000 fan
polacchi, più una buona percentuale degli oltre 60’000 polacchi
residenti in Austria (di cui 24’000 solo a Vienna). Altre decine di
migliaia naturalmente gli austriaci.

Mega flop anche a
Klagenfurt, che è corsa ai ripari annunciato ieri un taglio degli
affitti del 50%. Non molto più rosea la situazione a Innsbruck: "C’é
meno gente in giro che in un giugno normale", si è lamentato su
Standard un gastronomo che gestisce due locali nella zona tifosi del
capoluogo tirolese. Per ora, solo a Salisburgo, la città di Mozart, gli
affari nella fan-zone vanno discretamente.

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12.06.08 – La Regione – Piazza Grande – Ubs Arena

Mi permetto di rispondere alle lamentele apparse in que­sti giorni sui giornali, da parte di alcuni commercianti di Lo­carno. Tema: Ubs Arena. Lo faccio perché sono sicuro che dalla città non riceveranno al­cuna spiegazione. L’arena im­piantata nella tranquilla Piaz­za Grande di Locarno è al po­sto sbagliato! Hanno confuso la piazza con uno stadio. Non ci vuole molto a capire che il posto giusto di quella brutta, grande ed invadente struttura metallica, “ abbellita” di un telo verde, doveva essere al­l’interno della nuova rotonda in piazza Castello. È il suo luo­go naturale. La rotonda è già un’arena di suo: la memoria corre ai romani. Rotonda, sca­vata, chiusa, tre entrate, vici­na al nuovo autosilo. È il luogo perfetto. Non abbisogna di nul­la. Niente reti metalliche per bestie feroci, pochi agenti del­la sicurezza. Ma perché nessu­no ci è arrivato? Semplice. L’Ubs ha probabilmente detta­to le regole alla città: o in piaz­za o niente. E così la città come sempre ha mollato le braghe. Perché? Il problema sta a mon­te, forse. Da quando la piazza è stata pedonalizzata, c’è una fo­bia da parte di tutti, nel dimo­strare che il “ salotto” della città pulsa. Sembra quasi che qualcuno abbia a giustificare della bontà della scelta. Non si rassegnano all’idea di vedere una piazza vuota, deserta, qua­si metafisica. La città purtrop­po non sa progettare gli usi dei propri spazi. Ne è appunto l’e­sempio della rotonda in piazza Castello, che viene utilizzata solo durante il Festival del Film: dieci giorni all’anno. Sa­rebbe un contenitore ideale per spettacoli popolari come questo degli Euro 2008, dove l’afflusso di molte persone è fa­cilmente gestibile.
La Piazza Grande va lasciata in pace, e soprattutto vuota. Dopo anni di sovraccarico ha bisogno di rifiatare. Soprattut­to se salotto vuol essere non va usata per qualsiasi cosuccia. Si può impreziosirla solo fa­cendone un uso corretto e cen­tellinato. Mesi orsono si pro­clamava: “Abbiamo ridato la piazza ai cittadini”. Appunto, ai cittadini! Serve dunque qualcuno che sappia organiz­zare gli spazi giusti per gli av­venimenti giusti, e soprattutto sappia resistere alle pressioni degli organizzatori di eventi milionari.
MAURO MALISIA,TENERO

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12.06.08 – Tio – Momenti di tensione dopo partita a Basilea e a Zurigo, 25 fermi

Basilea ha vissuto ieri sera momenti di tensione dopo la sconfitta della nazionale svizzera contro la Turchia al St. Jakob Park. La polizia è intervenuta più volte per sedare sul nascere diatribe che stavano nascendo fra tifosi perlopiù sotto l´influsso dell´alcol, fermando anche 25 persone. Intorno all´01.00 del mattino la situazione si è però tranquillizzata, ha indicato la polizia cantonale. Sul fronte sanitario si segnalano 122 interventi per persone che stavano male o che si erano procurate ferite di lieve entità: cinque di loro sono state ricoverate all´ospedale.

BERNA – Scaramucce ieri a Berna fra tifosi rossocrociati e turchi dopo la partita al St. Jakob Park di Basilea. Le forze dell´ordine hanno fermato alcuni giovani svizzeri che provocavano la controparte e lanciavano bottiglie vuote. I disordini hanno a tratti intralciato il traffico nella zona della stazione, indicano le autorità.

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Il vero volto delle UBS ARENE?

Oggi le UBS Arene ticinesi sono riuscite in un’impresa veramente ardua: far passare in secondo piano la partita Svizzera-Turchia.
Sui vari quotidiani locali infatti sono iniziate a piovere le prime critiche contro il non luogo d’eccellenza di euro08.
Critiche provenienti dai commercianti di Locarno e Lugano e dai tifosi che si sono recati nelle UBS Arene per assistere alle partite.

Pure i precari e/o volontari delle UBS Arene non possono certo gioire. È infatti notizia di ieri che un primo dipendente è stato licenziato perché pare "aveva fumato una sigaretta durante la pausa, con il grembiule addosso".
Oggi naturalmente è arrivata la smentita del portavoce del gruppo Bell, responsabile del cathering nelle UBS Arene di tutta la Svizzera, che ha ribadito "l’importanza della sicurezza alimentare" per Bell.
Fa certo sorridere sentire parlare di "sicurezza" (alimentare, contrattuale..) una multinazionale che nel 2006 ha avuto un ricavo netto di 1496 milioni di franchi vendendo principalmente carne surgelata e sottovuoto, diventando nell’immaginario il simbolo di uno stile alimentare che di naturale ha ben poco e facendo ampio uso di lavoro precario (come ad esempio nelle UBS ARENE)

::Approfondimenti::
Guarda la categoria del sito dedicata alle UBS ARENE
Guarda il dossier di euro08.noblogs.org su Bell

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11.06.08 – Tio – “Niente paura, all’UBS Arena nessun licenziamento abusivo”

C’è grande apprensione tra i responsabili dell’UBS Arena di Lugano dopo l’articolo apparso ieri su Ticinonline in cui si leggeva di un collaboratore licenziato perché aveva fumato una sigaretta durante la pausa con il grembiule addosso. "Mandato via perché fumava con il grembiule? Macché – commenta Davide Elia, il portavoce di Bell – Il collaboratore in questione non solo non rispettava le norme igieniche basilari, ma lasciava la cassa aperta, si allontanava senza permesso, andava e veniva come e quando voleva". Infondata poi, sempre a parere di Elia, la storia della sigaretta: "Secondo le informazioni che ho raccolto, a quanto pare lui neppure fumava."

Il portavoce del gruppo Bell Davide Elia, che assicura il servizio catering nelle UBS Arena di tutta la Svizzera, prende le distanze da quanto abbiamo riferito ieri, precisando che, per quanto riguarda le norme igieniche, esse sono stabilite in accordo con gli uffici cantonali d’igiene: "I nostri regolamenti e le istruzioni date ai nostri collaboratori non sono né più né meno regolamenti e provvedimenti dati dalla legge. E noi seguiamo queste regole nell’interesse innanzitutto del cliente."
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